13.5.2025

Il nodo irrisolto: madri, figli e il perpetuarsi silenzioso della cultura patriarcale

Autrice: Anella D’Agostino – Sociologa, ex docente di scuola secondaria, referente per l’inclusione e l’educazione rispettosa presso la scuola La Maiuscola

Educazione patriarcale e ruoli familiari: il nodo delle madri

È doloroso, per me che sono donna, riconoscere una verità che si affaccia prepotente dopo anni di esperienza educativa nelle scuole: sono spesso le madri a trasmettere stereotipi patriarcali, involontariamente, ai propri figli.

Nei figli maschi, questo si traduce in giudizi maschilisti e atteggiamenti controllanti verso le donne, che possono evolvere in relazioni tossiche o comportamenti violenti. Nelle figlie femmine, invece, prende forma come senso di colpa e sottomissione, che le porta a giustificare abusi, a non denunciare, a restare in relazioni distruttive.

La scuola superiore: troppo tardi per educare contro la violenza

Questa consapevolezza è maturata negli anni, osservando gli studenti delle scuole superiori. In particolare, durante le lezioni del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ho visto con chiarezza quanto i meccanismi della cultura patriarcale fossero già radicati.

Quando si affrontano casi di cronaca, i ragazzi si mostrano comprensivi, pronti a condannare la violenza. Ma basta proporre uno scenario vicino alla loro realtà, come:
“Cosa proveresti se la tua ragazza ti lasciasse per un altro?”
...e improvvisamente emergono rabbia, orgoglio ferito, desiderio di vendetta. Il messaggio implicito? La donna non è libera di scegliere, soprattutto se ferisce l’ego maschile.

Ragazze e cultura della giustificazione

Ancora più preoccupante è osservare come alcune ragazze giustifichino questi comportamenti:
“Beh, però anche lei…”, “È normale che lui ci resti male se lo lasci per un altro”.
Segno evidente che la cultura patriarcale agisce anche nelle giovani donne, inculcando una normalizzazione della colpa femminile.

Stereotipi di genere: come nascono e si trasmettono

I semi della violenza di genere vengono piantati fin da piccoli:

  • “Non piangere, fai l’uomo.”
  • “Ha un carattere forte, è maschio.”
  • “Attenta a come ti vesti.”
  • “Non rispondere così, non si fa.”

Frasi quotidiane, frasi che sembrano innocue, ma che educano alla disparità, alla colpa, al controllo.

Educazione affettiva precoce: la vera prevenzione

Per interrompere questo ciclo, serve una educazione affettiva precoce, autentica e trasversale, fin dalla scuola dell’infanzia. È fondamentale coinvolgere le famiglie e agire con continuità, non solo in occasione di giornate commemorative.

Serve una cultura del rispetto, della libertà, dell’empatia e dell’ascolto. Solo così possiamo prevenire la violenza di genere alla radice.

Madri e figli: possiamo essere parte della soluzione

È difficile ammetterlo, ma le madri hanno un ruolo centrale: possono essere il problema, ma anche la chiave per il cambiamento. Cambiare il linguaggio, le aspettative, le reazioni quotidiane è il primo passo per educare una nuova generazione libera da violenza e stereotipi.