L’origine può essere legata a un ritardo nello sviluppo neurologico o a piccoli danni cerebrali che ostacolano il corretto funzionamento dei neuroni motori. Ne consegue che i muscoli non ricevono in maniera efficiente le informazioni necessarie a coordinare i gesti e le azioni.

Come riconoscere i segnali della disprassia
Il segnale più evidente è la goffaggine nei movimenti: inciampi frequenti, urti contro spigoli, difficoltà a mantenere la postura seduta.
Altri segnali importanti:
- Disprassia di sguardo: difficoltà a seguire oggetti in movimento, fatica a copiare dalla lavagna.
- Mancanza di coordinazione oculo-manuale: problemi nelle attività di disegno, coloritura e scrittura.
- Difficoltà di impugnatura: uso improprio di matite e strumenti grafici.
- Stanchezza e bassa concentrazione: ogni attività richiede grande dispendio di energie, con conseguente calo di attenzione.
Le conseguenze a scuola
Sebbene le capacità cognitive siano nella norma, la disprassia può interferire con l’apprendimento della lettura e della scrittura, rallentando tutti gli apprendimenti.
Con la crescita, il bambino diventa consapevole dei propri limiti, sperimentando frustrazione e senso di inadeguatezza. Questo può portare a disagio psicologico, evitamento scolastico o difficoltà relazionali.
Come aiutare un bambino disprassico
Ecco alcuni suggerimenti pratici per la scuola e la famiglia:
- Usare abiti e scarpe semplici (chiusura a strappo, maglie facilmente riconoscibili davanti/dietro).
- Garantire una postura corretta con banchi e sedie adatte alla statura, piedi ben appoggiati a terra, piani inclinati per scrivere.
- Ridurre distrazioni evitando posizioni vicino a finestre o porte vetrate.
- Fornire matite con impugnatura grossa e mine morbide (B2).
- Usare forbici a impugnatura facilitata e strumenti grafici adatti.
- Suddividere i compiti complessi in piccole parti gestibili.
👉 Creare un ambiente scolastico che riconosce e supporta le esigenze specifiche dei bambini disprassici è essenziale per la loro crescita personale. Implementare queste strategie significa migliorare la loro esperienza scolastica e contribuire al loro sviluppo complessivo e alla loro autostima.
Articolo a cura di Jessica Pancaldi, docente di scuola primaria e consulente didattica della scrittura – Rivista Gulliver.